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La Co-terapia

Lunedì, 01 Dicembre 2025 16:10 Scritto da 
Oggi ti propongo un articolo su un tipo diverso di presa in carico di un paziente dove i professionisti a disposizione sono più di uno.


COS’E’ LA COTERAPIA

La coterapia è un percorso terapeutico ideato da Carl Whitaker: due professionisti assistono il paziente insieme ed in collaborazione per il raggiungimento di un obiettivo comune ossia il miglioramento delle sue condizioni e del suo disturbo o problema. È una tecnica di conduzione di terapia familiare diffusa e consolidata in tutto il mondo che può essere applicata anche a livello individuale, di coppia o di gruppo.
Whitaker affermava: «mi ero convinto da molto che non potevo fidarmi di me stesso e che avevo bisogno di un co-terapeuta che si adattasse al mio modello; un co-terapeuta non avrebbe sicuramente costituito un limite, ed ero certo che dare una nuova forma al mio modello era il modo migliore».
La presenza di un altro terapeuta diventa quindi la possibilità di incrementare la propria capacità di entrare in rapporto e di superare una certa tendenza alla autoreferenzialità che rappresenta il pericolo più grande per la mente del terapeuta.

LE DIADI DELLA COTERAPIA

I coterapeuti sono due professionisti, non necessariamente appartenenti allo stesso approccio, che costituiscono una relazione diadica, una relazione fra due persone con aspetti psicologici e culturali. Con il termine diade ci si riferisce ad una modalità specifica di interazione tra due individui che avviene non in modo casuale ma definito e con finalità specifiche all’interno di un setting. Le possibili diadi all’interno di quest’ultimo dipendono dall’entità del disturbo e dall’obiettivo che si vuole raggiungere. Le diadi possono essere di tre tipi:

Diade psicologo – psicologo: molto frequente nella terapia familiare o di coppia e per disturbi trattabili senza farmaci. Disporre di una coppia di psicologi consente loro di agire come modello; questo può aiutare in quanto permette ai pazienti di avere due diversi punti di vista rispetto al problema. I terapeuti fungeranno da modelli anche per i genitori e per l’interazione con i figli.

Diade psicologo – psichiatra: scelta per i disturbi più gravi che necessitano di un trattamento farmacologico. La terapia sarà sia psicologica che farmacologica: l’uso dei farmaci mira ad un miglioramento dei sintomi così che il paziente risponda meglio alla terapia psicologica; viceversa, la terapia psicologica può migliorare l’accettazione del farmaco, aumentando l’aderenza al trattamento farmacologico.
Le tipologie di disturbi che beneficiano di questa diade sono:
  • Disturbi da abuso di sostanze:
nella gestione delle tossicodipendenze è necessario un trattamento farmacologico che permetta di ridurre i sintomi dell’astinenza; la terapia psicologica aiuta ad esercitare l’autocontrollo, le abilità sociali, di affrontamento e la prevenzione delle ricadute.
  • Disturbi psicotici:
in questo caso il trattamento farmacologico calma i sintomi principali della malattia. La terapia psicologica è necessaria per migliorare le dinamiche familiari, le competenze sociali, per effettuare la riabilitazione cognitiva ed affrontare i sintomi principali della malattia.
  • Disturbi dell’umore:
si fa riferimento principalmente ai disturbi depressivi gravi e cronici ed ai disturbi bipolari. Il trattamento è essenzialmente farmacologico, tuttavia la terapia psicologica è necessaria per favorire l’aderenza, per promuovere strategie di coping o per identificare sintomi prodromici in modo da agire in tempo.
  • Disturbi alimentari:
in questo caso, i benefici ottenuti con il trattamento psicologico possono essere integrati con l’azione dei farmaci utili per migliorare l’umore.

Diade psicologo – familiare: scelta nei casi in cui sia importante svolgere determinate attività oltre alle sedute come ad esempio nel trattamento delle fobie, di problematiche infantili o con gli anziani o psicotici. Il familiare deve essere formato per poter ricoprire il ruolo di collaboratore e proseguire il trattamento.

È importante ricordare che non tutti i trattamenti o terapie hanno bisogno dell’azione congiunta di due terapeuti. Tuttavia, come sopra illustrato, molti disturbi beneficiano della coterapia sia che preveda l’intervento di due psicologi, di psicologo e psichiatra o di una persona vicina al paziente formata per collaborare nel trattamento. Si tratta, in definitiva, di un’opzione da prendere in considerazione per alcuni disturbi o pazienti.

CONDIZIONI PER LA COTERAPIA

Ricorrere alla coterapia significa decidere di lavorare insieme a vantaggio del paziente e prima di iniziare un percorso di questo tipo vanno fatte tutte le valutazioni del caso. Non vanno sottovalutate le difficoltà che si possono incontrare e che derivano soprattutto dal rapporto tra i due terapeuti.
Le condizioni necessarie affinché questo tipo di terapia possa essere utilizzata sono: 

  • Alto livello di collaborazione tra i due terapeuti: la relazione che si instaura non deve assolutamente essere competitiva; i professionisti, entrambi intesi come parte essenziale del percorso terapeutico, devono essere in grado di riconoscere i punti di forza e i limiti propri e dell’altro;
  • I due terapeuti devono necessariamente avere una buona comunicazione ed un alto livello di coordinamento, sia durante che dopo la seduta.
  • I ruoli e le responsabilità dei terapeuti devono essere chiari e condivisi;
  • L’appartenenza ad orientamenti diversi non deve rappresentare un ostacolo alla terapia bensì un arricchimento ossia dare la possibilità di utilizzare tecniche appartenenti a diversi approcci tenendo in considerazione il paziente e il suo disturbo. 


I VANTAGGI DELLA COTERAPIA

La presenza di due terapeuti offre grandi vantaggi non solo ai pazienti ma anche ai terapeuti stessi, i più importanti sono:

  • Migliore raccolta di dati e quindi diagnosi più completa;
  • Due terapeuti offrono un approccio olistico del problema e del trattamento, approccio che consente al soggetto di imparare a gestire i rapporti con le altre persone, di migliorare la propria autostima e di raggiungere obiettivi prefissati;
  • I terapeuti ne beneficiano in termini di stress da responsabilità, poiché condividono la terapia non si sentono responsabili esclusivi del risultato finale;
  • Avere due menti rivolte allo stesso problema e con un obiettivo comune può rendere la terapia molto più vantaggiosa, efficace ed interessante, sia per il paziente che per i terapeuti;
  • Il paziente beneficia di un numero di strumenti e di risorse più ampioche porta a cambiamenti più profondi e, a volte, più rapidi. Avere due terapeuti porta prospettive maggiori e apre le porte ad una più vasta gamma di interventi fornendo al paziente il doppio delle opzioni;
  • Il comportamento dei terapeuti viene continuamente bilanciato e modellato. Inoltre, mentre un terapeuta dirige la seduta, l’altro facilita, coadiuva e osserva.
Ultima modifica il Lunedì, 01 Dicembre 2025 16:20
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Dr. Matteo Mentuccia

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