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Ciao, oggi ti propongo un articolo scritto dalla Dott.ssa Arianna Muscolino che tratta del Digital Baby-sitting ossia di come i dispositivi tecnologici sostituiscono i caregivers.















Oggigiorno siamo oramai abituati ad assistere ad un uso smodato ed irrefrenabile di dispositivi tecnologici che pervadono la nostra quotidianità, dall’intrattenimento allo studio, passando per l’interazione sociale, sappiamo bene che il loro utilizzo disfunzionale potrebbe portare nel corso del tempo a diverse problematiche fino al consolidarsi progressivamente in una vera e propria dipendenza.

Ma ci siamo mai chiesti che effetto abbia un sovra-utilizzo di tali strumenti su i più piccoli?

Stiamo parlando di una fascia d’età che va dal primo anno di vita sino alla pre-adolescenza, con un focus (0-7 anni).
Sempre più spesso possiamo osservare bambini che hanno più dimestichezza nel maneggiare ed utilizzare un telefono cellulare o un tablet piuttosto che un giocattolo o, ancora peggio, presentano delle difficoltà relazionali e comportamentali con adulti o con il gruppo dei pari.
Uno studio condotto nel 2020 da American Academy of Pediatrics su 346 genitori di bambini compresi tra i 3 ed i 5 anni ha evidenziato che circa il 35% dei bambini facente parte dello studio possedeva un proprio dispositivo tecnologico e lo usava per una media di quasi due ore al giorno. Tra i bambini di questo gruppo, il 40,5% ha utilizzato il dispositivo meno di un’ora al giorno, il 26,5% l’ha usato una o due ore, il 12% l’ha usato due o tre ore, il 6% l’ha usato tre o quattro ore e il 15% lo ha usato quattro o più ore.

Alla luce dei dati presentati, sorge spontanea una domanda: Perché i bambini così piccoli non dovrebbero essere lasciati da soli con queste “Tate virtuali”?

I danni che possono provocare sono molteplici: A livello medico i pediatri consigliano di non lasciare troppo i bambini a contatto di questi dispositivi per via dei danni che le onde magnetiche potrebbero causare, oltre alle problematiche inerenti la postura, possibili ripercussioni alla vista etc,etc.
A livello psicologico il danno che questi dispositivi creano è multi-livello in quanto un utilizzo smodato potrebbe interferire con un sano sviluppo delle relazioni interpersonali tra il bambino, le figure di riferimento ed i suoi pari, così da interferire con la capacità di regolazione emotiva (quando parliamo di regolazione emotiva stiamo parlando della capacità che i bambini sviluppano nel riuscire ad affrontare emozioni negative frustranti o stressanti, questo avviene tramite l’interazione e le rassicurazione del caregiver). Dal momento che quando i bambini provano queste emozioni gli viene posto davanti uno schermo apatico, questo non gli permetterebbe di sviluppare le abilità che gli necessitano al fine di avere una capacità di regolazione emotiva funzionale .

Come se non bastasse, un altro problema da non sottovalutare è la dipendenza che i bambini sviluppano a causa di un costante e progressivo abuso di questi dispositivi. Il caregiver che cerca di mediare questo sovra-utilizzo con la sottrazione del dispositivo, molto spesso si trova ad affrontare manifestazioni di comportamenti esasperanti, aggressivi che ne denotano un attaccamento morboso.

Cosa possiamo fare, dunque, per ovviare a queste problematiche ?

Ecco un paio di consigli utili e di facile applicazione:

- Dare al bambino dei tempi limitati di uso di questi dispositivi;
- Dare delle regole sull’utilizzo dei dispositivi elettronici;
- Inserire un Parental Control; 
- Programmare delle attività piacevoli da fare con tutta la famiglia che non includono l’utilizzo di tablet o smartphone;
- Lasciare che i bambini si annoino un pò (questo al giorno d’oggi sembra un consiglio non efficace , ma lasciare che i bambini si annoino ha dei grandi benefici in quanto favorisce l’incremento della fantasia e dello sviluppo dei giochi in autonomia o con i pari, quest’ultima inoltre incentiva lo sviluppo dell’interazione sociale).

Dr. Matteo Mentuccia

Dr. Matteo Mentuccia, psicologo, mental coach e psicoterapeuta

Sono un Mental Coach, Psicologo, Psicoterapeuta ad orientamento Dinamico Integrato, iscritto all'ordine degli psicologi del Lazio (n° iscrizione 20283), svolgo la libera professione a Colleferro e a Roma.

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